Casinò de la Vallée
Il Casino de la Vallée, detto anche Casino di Saint-Vincent, è una delle tre case da gioco italiane, l’unica in Valle d’Aosta, nel piccolo comune montano di Saint-Vincent: Altitudine = 550 m.
Primi anni
Nel 1921 il sindaco di Saint-Vincent Elia Page chiese al “Prefetto di Aosta” il permesso di aprire una roulette per i mesi estivi; il permesso fu concesso e la roulette aperta per i mesi estivi.
La roulette fu chiusa con l’entrata in guerra nel 1940.
Dopoguerra
Nel 1945 fu nuovamente nominato sindaco di Saint-Vincent il sig. Elia Page che il 6 novembre 1945 inviò una lettera al Ministero dell’Interno per chiedere l’apertura di una casa da gioco a Saint-Vincent, ma non ricevette risposta.
L’anno successivo Federico Chabod, presidente della Valle d’Aosta, emanò il decreto regionale del 3 aprile 1946 che concedeva l’apertura del Casinò.
Il 13 maggio 1946 il Consiglio della Valle votò a favore dell’apertura.
Il 17 maggio è stata stabilita la ripartizione degli utili tra Regione e concessionario.
Il 29 marzo 1947 fu inaugurato il Casinò ei primi clienti furono un industriale tessile biellese, un avvocato casalese e un commerciante torinese.
Ai tempi di oggi
La popolazione grazie all’indipendenza, alla posizione al confine con tre stati (Italia, Francia e Svizzera), e alla serietà e al duro lavoro dei suoi abitanti, gode del reddito pro capite più alto d’Italia e uno dei migliori d’Europa.
A Saint-Vincent si trovano famose terme, infatti nei pressi del Casino de la Vallée si può ancora ammirare l’imponente edificio in stile Belle époque del Grand Hotel Billia, negli anni Cinquanta e Sessanta centri di attrazione turistica di Saint-Vincent grazie anche alla fama delle terme, un tempo sede del Casinò, e ancora alberghi di lusso.
A Saint-Vincent sia d’estate che d’inverno si possono praticare moltissimi sport, il turismo è sicuramente il motore economico e la principale fonte di reddito, per questo motivo l’ospitalità e il più alto servizio turistico sono proverbiali e famose in tutto il mondo.
Il patrimonio naturale è paragonabile solo alle località più famose dell’Himalaya (anche se le altezze ovviamente non sono paragonabili).
Ma le attrazioni naturali di livello mondiale sono sicuramente:
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- il massiccio del Monte Bianco il massiccio
- del Gran Paradiso
- il Monte Cervino
- il Monte Rosa
- e il parco naturale (il più antico e famoso d’Italia) il “Gran Paradiso”.
Puoi ammirare anche decine di favolosi castelli medievali in ottimo stato di conservazione e l’architettura è ovunque quella storica montagna mitteleuropea, in perfette condizioni di conservazione come nei secoli passati.
La “via delle Gallie” (lat. Via Publica o strata Publica), detta anche “strada delle Gallie”, era una strada consolare romana costruita dall’imperatore Augusto sulle tracce di preesistenti percorsi per collegare la Pianura Padana con il “ Gallia”, da cui il nome della via. Prima opera pubblica realizzata dai romani in Valle d’Aosta, ha in parte attraversato l’Italia moderna, la Francia e la Svizzera.
Nasce per facilitare l’espansione militare e politica di Roma verso le Alpi, che si concretizza poi con la conquista di Rezia e dell’arco alpino sotto Augusto. La “Via delle Gallie” iniziava a Mediolanum (l’odierna Milano) e passava per Augusta Eporedia (Ivrea), biforcandosi in due rami ad Augusta Praetoria (Aosta).
Da Augusta Praetoria un ramo della strada portava verso il passo del Colle del Piccolo San Bernardo (lat. Columna Iovis) fino a Lugdunum (Lione), mentre l’altro ramo raggiungeva il passo del colle del Gran San Bernardo (lat. Mons Iovis) per poi condurre a Octodurus (Martigny), nel moderno Canton Vallese, in Svizzera. In epoca medievale il tracciato della Via Francigena si sovrapporrà, mentre nell’Ottocento, per lunghi tratti, coinciderà con la strada statale 26 della Valle d’Aosta e la strada statale 27 del Gran San Bernardo.
Il sistema delle strade romane – in età imperiale – rispondeva alla necessità di spostare rapidamente eserciti (Legioni) e rifornimenti per i combattenti, oltre che naturalmente in tempi di pace favorendo il commercio e il transito delle merci come in Oriente il “ Via della Seta”.
Per estensione e complessità tecnologica l’insieme delle strade romane è paragonabile alla Grande Muraglia Cinese.
I romani costruirono anche valli difensive, ad esempio nel Regno Unito il “Vallo di Adriano” (in latino: Vallum Hadriani, in inglese: Hadrian’s Wall o Roman Wall). Un altro esempio è il “Limes germanico-retico”; è un insieme di fortificazioni di confine, forti e fortificazioni ausiliarie (castella), torri o posti di guardia (turres o stazioni lat. “stationes”), mura o palizzate e un bastione, costruito dai romani per proteggere dei confini delle province dell’Alta Germania e della Rezia e che racchiudeva tra i fiumi Reno e Danubio per 548 km di strade, fortificazioni, torri di avvistamento, fossati, aggeri e palizzate. Tuttavia gli antichi romani preferivano la difesa mobile incentrata sulla loro fanteria pesante, le Legioni.
Nell’ambiente terrestre, la cavalleria svolgeva un ruolo secondario, principalmente esplorativo e di riserva tattica rapida.
maggiori info : https://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Veneto
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